Jacopone da Todi

Jacopo De Benedictis, detto Jacopone da Todi nasce a Todi nel 1233 circa e muore a Collazzone il 25 dicembre del 1306.
Scarse e frammentate sono le notizie sulla vita di questo uomo illustre vissuto a Todi nel Medioevo e per la maggior parte sono state ricavate dalle sue opere.
Jacopo studia legge all' Università di Bologna e intraprende la professione di notaio e procuratore legale, conducendo una vita spensierata ed esagerata.

Nel 1267 sposa Vanna, figlia di Bernardino di Guidone. La moglie, secondo la leggenda, muore l'anno seguente durante una festa da ballo, per il crollo di un pavimento. Questo accadimento segna profondamente la vita di Jacopo soprattutto dopo aver scoperto che la moglie indossava sotto le vesti uno strumento di penitenza: il cilicio. Inizia così un’esistenza di umiliazioni e peregrinazioni; si fa chiamare Jacopone e nel 1278 entra a far parte dell’ordine francescano come frate laico scegliendo la corrente degli spirituali (quella più rigorosa).
In quel periodo l'Ordine subisce le lotte interne fra la fazione dei Conventuali sostenuta da Papa Bonifacio VIII, che vorrebbe attenuare il rigore della regola di San Francesco, e il gruppo degli Spirituali che invece preme per mantenere inalterato lo spirito dell'Ordine. Jacopo, insieme alla famiglia Colonna, dichiara illegittima l’elezione di Bonifacio e ciò provoca come reazione prima la scomunica, poi la carcerazione(1298) dalla quale sarà liberato dal nuovo Papa Benedetto XI(1303)  Il frate trascorre, infine, gli ultimi suoi anni nel convento di San Lorenzo di Collazzone nelle vicinanze di Todi dove si spegne nella notte di Natale del 1306.
Jacopone da Todi è l'autore di numerose opere fra cui spiccano le "Laudi", componimenti tipici del periodo. Nel corso dei secoli al frate sono state attribuite nei manoscritti numerosissime laude: se ne contano circa 300. Questi componimenti possono esere assimilati al Cantico delle Creature di San Francesco anche se contengono una concezione della vita molto più dolorosa e cruda rispetto allo slancio mistico e contemplativo del Santo di Assisi.